Marketing on line, SEO, visibilità, Adwords, Social,… oggi giorno non si parla d’altro, come se le altre tipologie di vendita, dal negozio di paese al fantomatico porta a porta, non abbiano più senso di esistere, ma è davvero così? Ecco la mia esperienza!

Chi mi conosce sa che ho due bimbi, rispettivamente un ometto di due anni e una principessa di quattro mesi, per cui se escludiamo la mia ora d’aria settimanale all’Esselunga, la maggior parte delle mie spese vengono fatte su Amazon dove compro cancelleria, elettrodomestici, giocattoli, addirittura i ciucci per i bimbi. Da brava massaia quale sto diventando, però, non potevo rinunciare ai contenitori Tupperware, indispensabili in ogni cucina che si rispetti, purtroppo però quelli vengono venduti solo con il porta a porta. Che fare?  

Fase uno: Identificare la tua spacciatrice

La prima cosa da fare per riuscire ad avere queste “scatolette” di cui tutti parlano è quindi trovare qualcuno che le venda porta a porta per l'appunto. Lungi da me l’idea di andare a qualche riunione di presentazione, ho scritto sulla pagina Facebook del paese in cui vivo e in men che non si dica mi è stata consigliata una “spacciatrice Tupperware di professione”, come la definisce amichevolmente mio marito. Un breve messaggio su messanger, pochi convenevoli, ed ecco che la mia spacciatrice mi procura le scatolette che cercavo.  

La sua strategia di marketing

La mia spacciatrice sa che sono in giro come se fossi appena uscita dalla lavatrice, sempre di corsa e con mille cose per la testa, per cui ci ha provato a propormi una delle riunioni usate dai venditori porta a porta per promuovere questi prodotti, ma al mio primo, e sottolineo primo, rifiuto si è tirata indietro, senza insistere e capendo appieno le mie esigenze. Ecco allora che ogni un paio di settimane mi manda le promozioni su Whatsapp, solo un’immagine e un “ciao come stai”, niente domande assillanti, niente tampinamenti, solo un discreto messaggio per dirmi che ci sono queste offerte attive, sarò io a decidere se richiamarla o no.   

E poi?

E poi a Natale ha preparato delle confezioni di “scatolette” con dentro dei cioccolatini, vendute a poco più del prezzo della scatoletta in sé, ma questo per me significa un bel risparmio di tempo in termini di “cosa regalo a mia cognata?”. Peccato che l’ho scoperto troppo tardi, ma la cognata il prossimo Natale può già immaginare cosa riceverà!  

Sempre a Natale ha fatto anche una piccola lotteria, con premi rigorosamente Tupperware, per chi sotto le feste ama tentare la fortuna.

Non vi basta?

Ad ogni ordine mette un piccolo “omaggio della casa”. Un esempio? Ho preso dei contenitori per la macedonia, e mi ha regalato una bottiglietta da 750ml. Il mio bimbo l’ha adorata al primo istante e da lì a poco ne ho comprata un’altra e a breve ne prenderò ancora una dato che anche al marito sta iniziando a piacere!  

Ancora qualcosa?

I nuovi prodotti li presenta alle riunioni, alle quali ovviamente io non vado. Ecco allora che mi propone di vederci in Skype, una breve chiamata, tra me e lei, ma anche tra me, lei e la “cognata” se vogliamo, dove ci presenta le novità, le offerte, senza bisogno di organizzare merende o pranzi a casa mia dove, tra pannolini, giocattoli, passeggini e tanto altro, mi sentirei davvero a disagio ad avere degli ospiti.  

Torniamo quindi alla domanda che ha ispirato questo post: con l’avvento del web il porta a porta è superato?

Io non credo proprio, anzi. Basta che i venditori porta a porta si applichino un po’, ci mettano un po’ di inventiva e trovino soluzioni che, seppur restino tipologie di vendita personale e a domicilio, si trasformino in soluzioni più smart. Dalla pagina Facebook, ai messaggi via Whatsapp, alle invenzioni come i regali di Natale, non ci vuole molto per uscire dal vecchio mondo dei venditori di Folletto anni ’50 e andare incontro alle esigenze delle SMIC, super mamme in carriera, e delle loro cognate.  

Il web non è un traguardo, ma è la via che può aiutarti a vendere di più, perché allora non usarla al pieno delle sue potenzialità?