Formattazione Parole Scritta

Quanto influisce la formattazione grafica sull’esperienza utente? E sul posizionamento di una pagina? Ne ho parlato con il grafico freelance Paolo Lorenzo Gelmi. Ecco l’intervista.


Il giorno in cui ho inviato la mia prima newsletter è stato anche il giorno che ho deciso di fare questa intervista. Tutta emozionata per il mio primo invio, dopo pochi minuti ricevo un messaggio su WhatsApp che dice “Per i titoli hai usato il Comic Sans? Non lo consigliere nemmeno al mio peggior nemico...”.

A scrivermi è Paolo Lorenzo Gelmi, grafico freelance con cui ho collaborato ad un paio di progetti, io per il copy, lui per i visual. Paolo è una persona diretta, proprio come piace a me, che ti dice cosa va bene e cosa no senza troppe paturnie e che, giustamente, mi ha ammonito sul corretto uso della formattazione dei testi.

Chi mi conosce sa che per quanto possa essere brava con le parole, font e colori non sono il mio forte, per cui ho accettato i consigli di Paolo come manna dal cielo e ho deciso di sfruttare la sua disponibilità anche per capirci qualcosa di più sul mondo della formattazione grafica. Curiosi di sapere cosa mi ha raccontato? Ecco le sue risposte ai miei dubbi:

 

Iniziamo dalle basi. Quando mettiamo un testo on line, meglio caratteri serif o sans-serif?

Vorrei darti una risposta precisa, concisa e soprattutto attuale, ma oggi, anzi adesso, in questo istante, il mondo della comunicazione soprattutto digitale è veramente troppo veloce per potersi fermare e constatare una cosa certa; sarebbe un post-it su una scrivania disordinata.

Una risposta che mi sento di dare la “rubo” da una persona molto più autorevole di me: la designer di caratteri Zuzana Licko ha una sua teoria secondo cui

«si legge meglio quel che si legge di più»

e a pensarci bene ha proprio senso, nella carta stampata ad esempio i font meglio leggibili sono proprio quelli più datati come il Times New Roman, che è un Serif, Le persone si sono semplicemente “abituate” a leggerlo dopo decenni.

Potrebbe valere lo stesso discorso quindi anche per il web?

La teoria e le statistiche dicono che il font Sans -senza grazie o bastoni- è più adatto al mondo digitale in generale. I principali font Sans Serif, come Arial, Verdana, Gill Sans, … sono infatti nati con lo scopo di essere leggibili su uno schermo di un computer. Ma la pratica? L’abbiamo di fronte e basta vedere quali font hanno scelto i colossi come Google e Facebook, o le nuove piattaforme digitali e non come Netflix e Amazon.

Voglio essere immediatamente leggibile a qualsiasi formato, qualunque sia il tempo necessario per essere letto? Uso un SANS SERIF!

Che non vuol dire essere monotoni per tutto il testo, per fortuna molti font sono famiglie molto numerose e basta usare un paio di formati, come bold e light, per rendere più movimentato, interessante e scorrevole un testo. Poi aggiungere un Serif a “supporto” può essere utile nell’Advertising ma dipende molto anche dal tema che si tratta.

Io personalmente prediligo i font Sans Serif nella forma più light possibile, intesa come tipologia di curve, come sono fatte le lettere “a” o quanto sono “ingombranti” le MAIUSCOLE. Ci sono molti più aspetti di quanto si pensi nella scelta di un font. Per concludere il mio consiglio più grande è NON usare più di tre font diversi anche se della stessa famiglia, meglio ancora riuscire ad usarne solo due!

Per chi volesse approfondire, una lettura leggera ma molto interessante è “Sei proprio il mio Typo – La vita segreta dei font” di Simon Garfield.

Perché “il comic-sans no, no e ancora no”?

Prima di tutto volevo precisare che non sono io a dirlo ;-)

Un uomo si avvicina ad un’anatra e chiede: «Dove abiti?» L’anatra risponde: «Qua». Quanto è divertente? Si, fa sorridere, almeno la prima volta, è una freddura che si ricorda, una barzelletta che potrebbe raccontare un bambino, o uno zio ad un nipote. Una storiella che se comparisse su un biglietto d’auguri, sarebbe stampata in Comic Sans. - (da “Sei proprio il mio Typo”).

Credo che il testo sopra sia l’espressione perfetta di come viene considerato il Comic Sans.

Molti hanno visto ed usato questo font, non tutti conosco il suo nome, ma TUTTI i grafici lo evitano come la peste…

Da dove viene questo font? Per certi aspetti il Comic Sans esisteva prima che Vincent Connair lo creasse, il suo “antenato” lo potremmo individuare nel Comic Book, il font tipico usato nei fumetti. Il Comic Sans in realtà non è “brutto”, tant’è che a molti piace proprio, tu stessa l’avrai scelto perché era “simpatico”, “leggero”, “semplice… ma agli antipodi del professionale.

Comunque non è nemmeno il più odiato/evitato, è in buona compagnia: se potete, vi prego non usate nemmeno il Brush Script o il Papyrus!

Quanto è importante curare la formattazione dei link in un testo?

Che la formattazione sia utile, anzi, essenziale in un qualsiasi testo credo anche un non professionista lo capisca, non sto quindi a dilungarmi sui benefici estetici.

Per quanto riguarda in particolare i link, in un testo, una pagina web o un blog sono molto importanti, del resto lo spieghi bene nel tuo post “Perché i link interni sono fondamentali in un sito web”, ho usato un link nella sua forma di “collegamento ipertestuale”, per collegare immediatamente un’altra pagina.

Se per “curare” intendiamo poi la forma visiva, il sottolineato che si crea in automatico personalmente non mi è mai piaciuto, di solito lo tolgo subito dopo avere impostato il link, e si, è per estetica, lo trovo un modo troppo insistente di dire una cosa, un po' come se ti stessi indicando la strada ma appoggiandoti la mano sul braccio, non ce n’è bisogno insomma, si capisce lo stesso… Ormai, soprattutto in ambiente desktop, è una routine trovare link ovunque, con puntatori del mouse che diventano manine.

Per la fruizione ideale (anche da mobile) uso un semi bold o un tono di colore diverso, ma non troppo, per far capire che quella parola/frase porta da qualche parte. Però è una mia semplice opinione, non posso negare che il sottolineato sia più efficace e visibile. Il link oltre ad essere utile per il suo fine di “collegare” è un’ottima soluzione per nascondere l’intero percorso dell’URL che spesso è molto lungo e, oltre ad essere antiestetico, è scomodo da gestire.

La formattazione dei testi influisce sul posizionamento? E sulla fruibilità di un testo?

La fruibilità è sicuramente migliore con una formattazione adeguata: usare i paragrafi, lasciare “aria” tra capitoli o porzioni di testo, usare il grassetto per evidenziare e rafforzare i contenuti, azzardare anche degli allineamenti a dx a secondo della tematica o della lunghezza dei testi per rendere l’aspetto più accattivante.

Dal lato posizionamento il discorso è molto più complesso, Google è un po' come fosse il bibliotecario che deve sistemare i libri (pagine web), più i titoli sono chiari e i contenuti espliciti e prima farà il suo lavoro, e il farlo velocemente equivale a posizionarti o no come “risultato” nelle ricerche, naturalmente non è così semplice, la formattazione fine al posizionamento ha bisogno di uno studio approfondito non solo della forma ma anche del contenuto, per questo è utile affidarsi ai professionisti SEO e Copywriter che conosco le dinamiche di questo complesso e troppo spesso sottovalutato aspetto.

Per quanto riguarda la combinazione del colore di sfondo e dei caratteri, cosa consigli? Sfondo rosso e caratteri verdi è una buona scelta?

Rosso e verde anche No ;-) o meglio, per un pacchetto di Chewingum potrebbe avere senso. Ci sono colori che proprio abbinarli è impossibile, soprattutto nel web dove già gli schermi creano contrasti particolari a secondo del colore, una sorta di illusione ottica, se provi a scrivere un testo rosso su un fondo verde, il testo sembra muoversi, e la cosa disturba parecchio il nostro cervello.

L’abbinamento dei colori è importante secondo il peso del messaggio che dobbiamo trasmettere, con un fondo chiaro e un testo scuro non si sbaglia mai, io spesso per non essere troppo “formale” uso il grigio scuro peri i testi, mentre con i titoli possiamo anche usare colori forti: Il contrasto aiuta la comprensione.

Per messaggi corti immediati che devono essere visti anche in un lasso di tempo breve possiamo utilizzare fondi scuri con testo bianco o colori accesi, la scelta dei colori però è molto soggettiva, il mio consiglio è di conoscere il significato dei singoli colori e di capire come sono già stati usati ad esempio dai grandi brand. Online ci sono un’infinità di schemi che spiegano come e dove “andrebbe” usato un determinato colore piuttosto che un altro. Quest’anno abbiamo un esempio di abbinamento perfetto visto che per la prima volta Pantone® ha scelto due colori e non solo uno come colori dell’anno: Giallo Illuminating e Utlimate Gray, bellissimi insieme!

Ci sono strumenti per valutare l’efficacia grafica di una pagina web? Se sono gratuiti anche meglio…

Se per “efficacia” intendiamo la user experience (usabilità) gli aspetti che entrano in gioco sono molti: la struttura, i contenuti, il peso delle immagini, il già citato aspetto SEO. Questa efficacia è misurabile con più di un tool. Ci sono tool gratuiti online gratis e tool più professionali, ma a pagamento, come Semrush e Ahrefs.

Per quanto riguarda invece “l’efficacia grafica” intesa come aspetto estetico, non conosco strumenti che analizzino la parte visual, l’unica cosa che sicuramente è utile è ottimizzare sempre le immagini, quindi non caricare file troppo grandi, e quindi pesanti. In caso di video è importante che siano codec leggeri, se vogliamo utilizzare video pesanti come in HD, piuttosto linkiamoli dopo averli “parcheggiati” sul nostro canale youtube.

Per rimanere in tema con l’uso dei font di cui abbiamo parlato all’inizio, io preferisco un sito il più “pulito” possibile: senza troppi colori o colori troppo diversi, e, nei limiti del possibile, senza troppe pagine e rimandi/rimbalzi ad esse, in pratica: “Less is more”…

Grazie Paolo per questi preziosi consigli. Giuro che ho eliminato il Comic Sans dai miei stili preferiti :-) 

Per restare aggiornato sui lavori di Paolo:
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